Impareggiabile la premiata ditta del Corsera, Alesina&Giavazzi, i custodi della verità di comodo. La loro ultima uscita è ai limiti del ridicolo, degna del Bagaglino. Spettacolo per altro cui ci hanno ormai abituato: prima sostenendo che il liberismo è di sinistra (si, quel liberismo che ha aumentato ovunque le diseguaglianze e ha bloccato la mobilità sociale in UK e USA: esattamente quello che ci si aspetta dalla sinistra). Recentemente avevano pure provato a sostenere che Obama stesse trasformando gli USA in una socialdemocrazia di stampo europeo, una fanfaronata degna del peggior Tea Party. Nel frattempo avevano provato a cimentarsi in esperimenti economici spericolati, provando a sostenere che l'austerity rilancia la crescita. Una assurdità talmente esagerata che era dovuto intervenire anche il FMI per smentirli, in maniera anche piuttosto dura: i nostri due amici avevano manipolato i dati per ottenere conferma alla loro tesi. Mica male quanto a rigore accademico. Ora tornano alla carica. La Banca d'Italia ha appena presentato i risultati delle sue ricerche spiegando che la recessione italiana è dovuta in larga misura alle misure di austerity? E chi se ne frega. Il Fondo Monetario ha recentemente pubblicato diversi paper sostenendo che i calcoli su cui erano basate le politiche di austerity erano viziati da un errore di fondo nel calcolo del moltiplicatore? Irrilevante. La verità, quella sostenuta da approfondite ricerche empiriche, è diversa. L'austerity non c'entra nulla con la recessione. Ve lo dicono Alesina&Giavazzi, c'è da fidarsi e se gli altri, tipo il Financial Times, dicono il contrario, son solo stupidaggini.
Ecco, FT, FMI, Banca d'Italia, tutti degli stupidi, anzi in malafede perché basano le loro teorie non sull'evidenza empirica. In effetti, detto da due grandi esperti del settore, ci sarebbe pure da fidarsi. Che poi la realtà che abbiamo davanti agli occhi sia diversa da quella manipolata nei loro paper poco importa. Almeno a loro.
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