Tuesday 8 January 2013

Le banche inglesi too big to fail, e il mercato drogato

Ultimamente abbiamo parlato del ritorno in forza del monopolio nell'economia americana. Ma le altre economie occidentali non sono messe poi molto meglio, e questo è vero soprattutto nell'industria finanziaria. Se guardiamo al Regno Unito possiamo vedere gli effetti che questa concentrazione ha sulle operazione di mercato. E come riportato recentemente dalla New Economic Foundation, anche l'anno scorso le principali banche inglesi hanno avuto un consistente influsso di denaro pubblico.


fonte: http://www.neweconomics.org/toobigtofail

No, non ci riferiamo ai soldi del bail out dati a Lloyd's e RBS nel passato. In questo caso gli aiuti sono frutto di un sussidio indiretto. Le grandi banche, forti di una garanzia implicita di salvataggio da parte del governo inglese, possono accedere al mercato a tassi di interesse molto più bassi di quelli che sarebbero altrimenti richiesti - ricordiamo, meno rischio equivale a premium (cioè interessi) più bassi da pagare. La Banca d'Inghilterra chiama questo fenomeno  Too Big To Fail Subsidy.  I dati per il 2011 li vedete nella figura precedente.
Ovviamente si tratta di un problema non da poco. Questi sussidi indiretti rendono un mercato già molto concentrato ancora meno competitivo, dando un vantaggio ingiusto alle grandi banche contro le piccole (che possono invece fallire senza molti problemi). Il che ovviamente diventa un serpente che si morde la coda, più le banche sono grandi, più saranno garantite dallo Stato, più potranno accedere al mercato a condizioni favorevoli, più ancora si ingrandiranno. Allo stesso tempo un accesso al credito di questo genere modifica le aspettative di rischio e quindi le decisioni di investimento. E naturalmente il tutto è l'ennesimo toccasana per i profitti di queste banche, inflazionati non dalle proprie capacità ma semplicemente dalla loro dimensione.


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