Più passa il tempo e più il ministro Passera sembra ritagliarsi il ruolo di dominus politico del nuovo governo. Monti, nonostante le grandi responsabilità, gioca una partita in sordina - e finora molto deludente, geniale la stroncatura di Bonanni "questa finanziaria la faceva anche mio zio" - mentre la Fornero ridicolizza l'idea di tecnico con uscite estemporanee degne al più di un dilettante.
Passera invece è in tutte le discussioni importanti ed ha già annunciato che la sua avventura politica continuerà anche dopo la fine del governo tecnico. Anzi, lui si considera già un politico. A ragione. C'è il suo zampino nella maggior parte di scelte e prese di posizioni del governo. Uno zampino tutt'altro che innocente.
Del suo gigantesco conflitto di interesse avevo già parlato. Mi si era risposto che un amministratore delegato non è un "padrone" e quindi non ha conflitti di interesse - a parte ovviamente il fatto che Passera è pure azionista di Banca Intesa con un qual certo capitale personale. Ma non è quello il problema. Passera è l'esponente di una lobby, quella finanziaria che in Italia non si è, come altrove, completamente distaccata da un certo tipo di capitale industriale.E favorisce con le sue azioni quella lobby da cui proviene ed in cui tornerà. Un attivismo talmente frenetico da far impallidire quello dei grandi banchieri prestati alla politica americana, da Paulson a Rubin.
Il massimo lo si è raggiunto con le banche che hanno ottenuto un forte sconto sulla rivalutazione delle rendite catastali (poi solo in parte corretto dal Parlamento). Ma come? I pensionati più poveri la pagano, e le banche hanno un regime agevolato?
Alle stesse banche è stato concesso un fondo di garanzia, in maniera tale che i prestiti non rimborsati saranno pagati dallo stato, cioè da noi. Senza aver capito nulla della crisi del 2008 si continua a sostenere la politica sciagurata di "profitti privati, perdite pubbiche".
Di male in peggio. Il governo ha istituito l'Autority per i Trasporti, ma ha pensato bene di escludere dalle regolamentazioni la società Autostrade, facendo gridare allo scandalo anche commentatori di solito pacati come Giannini. L'allenza tra Banca Intesa ed Autostrade, per altro, è fatto noto.
Infine, avendo occupato tutto il tempo disponibile ad approvare il dossier TAV e, addirittura, Ponte sullo Stretto, sempre a favore dei soliti noti amici di Intesa, non è riuscito a studiare abbastanza riguardo il beauty contest, l'asta sulle frequenze televisive che porterebbe a costo zero diverso cash nelle casse del paese. Ovviamente era più urgente aiutare Autostrade, ci mancherebbe.
Investito da mille critiche, Passera ci ha ripensato e si è detto favorevole all'asta. Si, ma solo a parole.
Se questa è la nuova Italia, gli auguri di Natale non basteranno.....
Passera invece è in tutte le discussioni importanti ed ha già annunciato che la sua avventura politica continuerà anche dopo la fine del governo tecnico. Anzi, lui si considera già un politico. A ragione. C'è il suo zampino nella maggior parte di scelte e prese di posizioni del governo. Uno zampino tutt'altro che innocente.
Del suo gigantesco conflitto di interesse avevo già parlato. Mi si era risposto che un amministratore delegato non è un "padrone" e quindi non ha conflitti di interesse - a parte ovviamente il fatto che Passera è pure azionista di Banca Intesa con un qual certo capitale personale. Ma non è quello il problema. Passera è l'esponente di una lobby, quella finanziaria che in Italia non si è, come altrove, completamente distaccata da un certo tipo di capitale industriale.E favorisce con le sue azioni quella lobby da cui proviene ed in cui tornerà. Un attivismo talmente frenetico da far impallidire quello dei grandi banchieri prestati alla politica americana, da Paulson a Rubin.
Il massimo lo si è raggiunto con le banche che hanno ottenuto un forte sconto sulla rivalutazione delle rendite catastali (poi solo in parte corretto dal Parlamento). Ma come? I pensionati più poveri la pagano, e le banche hanno un regime agevolato?
Alle stesse banche è stato concesso un fondo di garanzia, in maniera tale che i prestiti non rimborsati saranno pagati dallo stato, cioè da noi. Senza aver capito nulla della crisi del 2008 si continua a sostenere la politica sciagurata di "profitti privati, perdite pubbiche".
Di male in peggio. Il governo ha istituito l'Autority per i Trasporti, ma ha pensato bene di escludere dalle regolamentazioni la società Autostrade, facendo gridare allo scandalo anche commentatori di solito pacati come Giannini. L'allenza tra Banca Intesa ed Autostrade, per altro, è fatto noto.
Infine, avendo occupato tutto il tempo disponibile ad approvare il dossier TAV e, addirittura, Ponte sullo Stretto, sempre a favore dei soliti noti amici di Intesa, non è riuscito a studiare abbastanza riguardo il beauty contest, l'asta sulle frequenze televisive che porterebbe a costo zero diverso cash nelle casse del paese. Ovviamente era più urgente aiutare Autostrade, ci mancherebbe.
Investito da mille critiche, Passera ci ha ripensato e si è detto favorevole all'asta. Si, ma solo a parole.
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