Il termine, invero un pò forte, è stato evocato dal banchiere d'affari Guido Vitale in una intervista sul Corriere della Sera. Il tema in discussione erano le agenzie di rating e il declassamento di quasi tutta l'Europa, compreso l'Efsf, in cui ci sarebbe lo zampino americano. Il concetto, in forma un pò più soft, è stato ripreso anche da Olli Rehn che ha definito le suddette agenzie "uno strumento del capitalismo USA".
Non sono bei segnali. Per difendere la City, il Regno Unito sta velocemente abbandonando l'Europa, mentre a Bruxells si comincia a covare il (sensato) sospetto che la finanza, largamente anglosassone, abbia anche un progetto politico.
Nei paesi meridionali dell'Europa si nutre lo stesso dubbio nei confronti della Germania, che deliberatamente strozza Grecia, Italia e Spagna a favore del capitale tedesco - e magari per comprare a prezzi stracciati quello che rimarrà del Mediterraneo. La situazione è talmente grave che pure il moderatissimo Monti invita i tedeschi a non confondere autorevolezza ed autoritarismo.
Ed anche Draghi ha cominciato a chiedere più soldi a Berlino, ma dalla Germania hanno prontamente risposto che non daranno un marco per salvare l'Italia. E ad Atene, intanto, il default è ormai scontato e mancano le aspirine dalle farmacie.
Tutti contro tutti. La crisi globale del capitalismo si sta velocemente trasformando in crisi politica, le cui conseguenze, imprevedibili, ridisegneranno i rapporti di forza a livello mondiale per il prossimo secolo. Con un'unica certezza: l'Europa ne uscirà con le ossa rotte.
Non sono bei segnali. Per difendere la City, il Regno Unito sta velocemente abbandonando l'Europa, mentre a Bruxells si comincia a covare il (sensato) sospetto che la finanza, largamente anglosassone, abbia anche un progetto politico.
Nei paesi meridionali dell'Europa si nutre lo stesso dubbio nei confronti della Germania, che deliberatamente strozza Grecia, Italia e Spagna a favore del capitale tedesco - e magari per comprare a prezzi stracciati quello che rimarrà del Mediterraneo. La situazione è talmente grave che pure il moderatissimo Monti invita i tedeschi a non confondere autorevolezza ed autoritarismo.
Ed anche Draghi ha cominciato a chiedere più soldi a Berlino, ma dalla Germania hanno prontamente risposto che non daranno un marco per salvare l'Italia. E ad Atene, intanto, il default è ormai scontato e mancano le aspirine dalle farmacie.
Tutti contro tutti. La crisi globale del capitalismo si sta velocemente trasformando in crisi politica, le cui conseguenze, imprevedibili, ridisegneranno i rapporti di forza a livello mondiale per il prossimo secolo. Con un'unica certezza: l'Europa ne uscirà con le ossa rotte.
ottima lettura..semplice e pienamente condivisibile...
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