Tuesday 20 September 2011

S&P's ha ragione

D'altronde, si tratta di economia elementare. Il problema del debito non e' il debito in assoluto ma il suo peso relativo rispetto al PIL. Il dato che ci interessa, dunque e' il rapporto Debito/PIL. Ora e' ovvio che la manovra del governo taglia il deficit e dunque riduce, parzialmente la componente debito - non ci saranno nuove spese superiori alle nuove entrate. Questo non basta, pero' a rimettere in ordine la dinamica debito/Pil. Il debito infatti cresce per inerzia, bisogna pagare gli interessi sul debito. Per mantenere il rapporto stabile (a crescita zero), occorre avere un avanzo primario pari agli interessi pagati, che ovviamente non abbiamo. Quindi il debito cresce.
La situazione si potrebbe risolvere solo con una crescita del PIL che, se maggiore di quella del debito ridurrebbe il rapporto tra i 2. Un PIL in crescita vorrebbe anche dire piu' entrate fiscale senza nuovi balzelli, aumentando l'avanzo primario. In buona sostanza, anche un deficit potrebbe essere sostenibile se la crescita fosse superiore all'aumento del debito generato dal deficit.


L'Italia ha scelto invece la via opposta, riduzione del deficit, cioe' controllo del nuovo debito, ma lo ha fatto con una manovra fortemente recessiva (l'aumento dell'Iva, ad esempio, riduce i consumi).
E dunque S&P ha fatto 2+2 e ha rivisto il rating, perche' "riflette la nostra visione di prospettive di crescita indebolita" che "probabilmente limiterà l'efficacia del programma di consolidamento del bilancio in Italia". Tradotto: pareggio di bilancio in 2 anni ma il debito aumenta e la sua crescita non e' pareggiata dalla crescita del PIL. Tasse e balzelli per ritrovarci peggio (in termini di conti) di come stavamo quest'anno. Bel risultato.
Altro che scelta politica di S&P's, altro che colpa dei media. Una manovra fatta di pezze e decisioni estemporanee non poteva che essere bocciata. Si tratta di avere un programma coerente, una strategia per far ripartire la crescita e non per mettere semplicemente a posto i conti nel breve periodo.

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