Wednesday 21 September 2011

shock therapy....again????

Dunque..... shock therapy, all over again.
Bob Traa (IMF):
"If you can do it (staff cuts) up front, you get over it much more quickly. Whether society can support that is a different issue. Our experience is that... if you do things gradually that may induce the public getting very tired. Adjustment fatigue is something that happens in every country."
Un bel salto indietro di 20 anni, shock therapy vs gradualism in Russia. Sciocchezze in serie, sempre le stesse. Meglio una sberla ben assestata inizialmente che diluire il dolore negli anni. Infatti in Russia funziono' benissimo... l'avranno studiato al Fondo?
Dal punto di vista politico-sociale, che anche l'IMF abbia dei dubbi sulla sostenibilita' della proposta dice tutto sulla stessa. Macelleria sociale, insopportabile in qualsiasi democrazia.
Dal punto di vista economico le cose sono anche peggiori. La lezione di questa crisi non l'abbiamo ancora capita? L'austerity non funziona, checche' ne dica Alesina.  Anzi, le cose van peggio, la Grecia lo segnala chiaramente. Piu' tagli, piu' recessione, meno tasse, piu' deficit, conti in disordine, ancora tagli e si ricomincia con questo circolo vizioso. D'altronde lo spiegava gia' Stiglitz sempre a prosito della Russia: even long-standing market economies do not get out of deep depressions, where many firms qualify as bankrupt, by forcing large numbers of firms into bankruptcy.
Ed invece, l’idea del Fondo e' licenziare i dipendenti pubblici per ridurre la spesa pubblica. Questi dipendenti non pagheranno tasse, riducendo le entrate fiscali. Ma soprattutto non consumeranno, riducendo la crescita economica e le minori entrate, per esempio, dei commercianti, si trasformeranno in meno tasse pagate dal settore privato e, probabilmente, maggiori licenziamenti.
Senza dover andare indietro di 20 anni, le politiche economiche di Cameron ed Osborne in Inghilterra, con il licenziamento di decine di migliaia di civil servants nella speranza che venissero riassorbiti dal settore privato si sono rivelate basate su nessuna base reale. 
Semplicemente, gli economisti liberali non sono in grado di affrontare questa crisi. All'IMF, in particolare, esiste un problema culturale, l'incapacita' di vedere al di fuori dei propri modelli economici, per quanto sbagliati essi siano. 
Fino ad arrivare al paradosso di continuare a sostenere ricette che vengono quotidianamente smentite dai fatti (e dalla reazione dei mercati, che a Washington dovrebbero imparare ad interpretare meglio). Parafrasando Brecht: il popolo ha chiesto agli economisti di cambiare le decisioni, gli economisti han deciso di cambiare il popolo...



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