Quello che a volte riesce difficile capire in questa situazione di crisi è cui prodest? A chi giova una crisi finanziaria che spazzi via l'euro? Certo qualcuno potrà guadagnarci, ma in generale sarebbe un disastro per la maggioranza delle banche e degli istituti finanziari. Un crack dell'euro sarebbe assai peggio di quello di Lehman, per altro con gli stati a corto di munizioni per effettuare un altro bail out.
Ed allora perchè tutta questa speculazione? Ho già spiegato che le economie europee sono fondamentalemte in grado di pagare i propri debiti e che è solo la speculazione a metterle veramente in crisi.
Perchè allora insistere su questa strada?
La realtà, a mio parere, è che il capitalismo finanziario è per sua natura anarchico. Non è più il capitalismo industriale che governava i paesi con prospettive di crescita. I mercati finanziari sono composti da miriadi di trader ed investitori, senza un piano razionale, senza un grande vecchio che tira le fila. I 13 bankers governano Washington ma non sono in grado di controllare gli animal spirits dei mercati. Ed in una situazione di panico, si perde la ragione.
E' una situazione simile al dilemma del prigioniero:
La soluzione ragionevole sarebbe per gli operatori finanziari di cooperare e non perdere soldi. Se nessuno vende titoli, i tassi rimangono bassi e gli stati europei possono pagare i loro debiti. Il problema è che entrambi i giocatori hanno interesse a non cooperare. Convinti che gli altri operatori vendano forzando una bancarotta, i trader vendono i titoli cercando di salvarsi prima del fallimento. Quindi vendere è la strategia dominante, quindi entrambi venderanno - equilibrio di Nash che però è un equilibrio inferiore all'opzione in cui entrambi tengono.
In una situazione del genere basterebbe introdurre une penalità per chi vende, e si avrebbe un equilibrio diverso. Ad esempio, se la BCE si impegnasse a comprare titoli, la speculazione non forzerebbe la bancarotta e la vendita a prezzi bassi porterebbe a perdite per gli speculatori. Invece, sperare come fanno i tedeschi, che sia l'austerity a cambiare il comportamento degli operatori finanziari, impauriti dalle possibili perdite, è pura utopia.
Ed allora perchè tutta questa speculazione? Ho già spiegato che le economie europee sono fondamentalemte in grado di pagare i propri debiti e che è solo la speculazione a metterle veramente in crisi.
Perchè allora insistere su questa strada?
La realtà, a mio parere, è che il capitalismo finanziario è per sua natura anarchico. Non è più il capitalismo industriale che governava i paesi con prospettive di crescita. I mercati finanziari sono composti da miriadi di trader ed investitori, senza un piano razionale, senza un grande vecchio che tira le fila. I 13 bankers governano Washington ma non sono in grado di controllare gli animal spirits dei mercati. Ed in una situazione di panico, si perde la ragione.
E' una situazione simile al dilemma del prigioniero:
Sell | Hold | |
Sell | -100, -100 | 10, - 100 |
Hold | -100, 10 | 0, 0 |
La soluzione ragionevole sarebbe per gli operatori finanziari di cooperare e non perdere soldi. Se nessuno vende titoli, i tassi rimangono bassi e gli stati europei possono pagare i loro debiti. Il problema è che entrambi i giocatori hanno interesse a non cooperare. Convinti che gli altri operatori vendano forzando una bancarotta, i trader vendono i titoli cercando di salvarsi prima del fallimento. Quindi vendere è la strategia dominante, quindi entrambi venderanno - equilibrio di Nash che però è un equilibrio inferiore all'opzione in cui entrambi tengono.
In una situazione del genere basterebbe introdurre une penalità per chi vende, e si avrebbe un equilibrio diverso. Ad esempio, se la BCE si impegnasse a comprare titoli, la speculazione non forzerebbe la bancarotta e la vendita a prezzi bassi porterebbe a perdite per gli speculatori. Invece, sperare come fanno i tedeschi, che sia l'austerity a cambiare il comportamento degli operatori finanziari, impauriti dalle possibili perdite, è pura utopia.
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