Wednesday 2 November 2011

La paura del referendum

La scelta del governo greco di tenere un referendum popolare sul programma europeo di aiuti e, soprattutto, tagli ha scatenato un putiferio.
L'Europa si lamenta di non essere stata avvertita. Francia e Germania si sono dichiarate "seccate" e sorprese. Perchè mai dovrebbero essere i cittadini greci a decidere del loro futuro? Sembra davvero un'idea demodè. In fondo, c'è già qualcuno che decide per loro. Una idea chiaramente condivisa dai vari analisti finanziari che ieri davano opinioni a destra e manca. Tipicamente la tesi sostenuta era "non si possono lasciare scelte del genere in mano ad agenti irrazionali (sottinteso, i cittadini)". Anche se nessuno ha spiegato perchè si debba invece lasciare tali decisioni in mano ad agenti assai più irrazionali (gli investitori e gli speculatori) che decidono non sulle loro vite ma su quelle altrui.
Da noi questa sfiducia nella democrazia è condivisa da larghe fette della classe dirigente. In una intervista lunare sul Messagero di oggi, Michele Salvati, neo direttore del Mulino ed intellettuale di riferimento della sinistra "liberal"  (ossimoro se mai ne esiste uno), invoca un governo di salute pubblica che prenda "misure forti e impopolari per rassicurare i mercati". D'altronde Montezemolo e la sua gang chiedono la stessa cosa e una parte del PD spinge nella medesima direzione. Una riedizione dei governi tecnici che non rispondono a nessuno, prendono decisioni senza essere stati eletti e rispondono solo ai mercati. Il sogno del neoliberismo. L'incubo della democrazia.

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