Tuesday, 20 March 2012

La favola dello spread

Il ritornello, in tv e sui giornali è ormai sempre più martellante, il governo Monti ha salvato l'Italia, la manovra finanziaria ha fatto abbassare lo spread e messo in sicurezza il paese. I costi son stati alti, ma ne è valsa la pena.
Si tratta di una patetica bugia, come dimostra il grafico che riporta l'andamento dello spread negli ultimi mesi (clicka per aprirlo).
Rifacciamo un pò di cronologia.
Berlusconi si dimette il 9 Novembre e lo spread schizza altissimo, gli interessi sul debito toccano il 7.25%. Il giuramento del nuovo esecutivo non porta variazioni di sorta, anzi, il 25 Novembre, una settimana dopo la fiducia in Parlamento, il tasso è al 7.26%. Il governo vara la manovra il 4 Dicembre e il tasso di interesse scende sotto quota 6% il giorno dopo, ma risale vertiginosamente per tutto il mese di Dicembre, toccando 7.16% ad inizio Gennaio. 
Da allora inizia una forte discesa. Si dice, merito della finanziaria, appunto. Ma perchè? Per ammissione di tutti i commentatori e gli economisti e perfino dello stesso Monti, non ci sono effetti immediati, anzi, i conti dell'Italia peggiorano. Tutti gli istituti economici e statistici rivedono al ribasso le stime sull'economia italiana, che ritorna in depressione.
Cosa è successo dunque? In realtà per avere una risposta, bisognerebbe guardare a Francoforte, e non a Roma. Un super Mario da ringraziare in effetti c'è, ma è Draghi, non Monti. Già da Dicembre la BCE aveva inziato a pompare liquidità nel sistema bancario, per poi aumentare in Gennaio e Febbraio.  E' in quel momento che i tassi cominciano a scendere, prima in Spagna, poi in Italia, per riallinearsi ai loro dati storici, prima della crisi di panico iniziata in estate.
D'altronde, delle due l'una. Se i tassi sono quelli di Marzo 2011, o non eravamo messi molto male allora, o non siamo messi molto bene oggi. Come ben si sapeva già dallo scorso Agosto, i fondamentali dell'economia italiana non erano tali da giustificare un attacco che era semplicemente speculativo, l'Italia era solvente anche sotto il governo Berlusconi. Ma le banche stavano subendo una crisi di liquidità senza precedenti, dovuta alle perdite del settore, soprattutto per via della crisi greca e dell'obbligo di calcolare a prezzi di mercato il valore dei propri asset. A questi investitori la riforma delle pensioni non interessava e non interessa. Quel che contava era avere cash nei propri forzieri, e lo hanno avuto quasi gratis dalla BCE.
Inoltre, un briciolo di serietà sarebbe d'obbligo, soprattutto in questi casi. Col debito al 120% e in ascesa, pensiamo davvero che una finanziaria da 30 miliardi possa avere effetti salvifici sui conti del paese? Si tratta di una goccia d'acqua nel deserto. Per altro in direzione sbagliata, perchè l'innalzamento delle tasse ha rallentato l'economia (gli ordini industriali sono a picco), diminuendo quindi le entrate e peggiorando, in prospettiva i conti e la capacità del paese di ripagare il proprio debito.
La saggezza avrebbe suggerito un mix più intelligente di politiche economiche, sfruttando i benefici portati dall'immissione di liquidità per dare un pò di respiro alle imprese e incentivare l'occupazione. Altro che riforma dell'articolo 18. Si è invece preferito fare una finanziaria regressiva per cercare di prendersi meriti non propri, in linea con la politica dell'annuncio di questo governo, che usa i media come gran cassa per attuare la sua propaganda. Dalle liberalizzazioni che porterebbero un aumento del 10% del PIL, alla Tav che varrebbe un ulteriore 1%, alla riforma del mercato del lavoro che rilancerebbe l'occupazione. Tutte chiacchere, tutti annunci. Come ai tempi di Berlusconi, il vero padre di questo governo.

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