Quando l'economia è anche questione di genere. Nei paesi in via di sviluppo le donne sono di solito quelle che soffrono di più. Condannate da culture tradizionali a curare solamente casa e famiglia non hanno accesso a nessun tipo di risorsa finanziaria e patiscono dunque molto più degli uomini gli stenti della povertà.
In realtà, come giustamente spiegato da Yunus, il padre della microfinanza, le donne sono molto più capaci di combattere la povertà degli uomini, sono molto più tenaci e capaci. Ed infatti, grazie ad una gestione oculata e meno rischiosa, il tasso di prestiti non ripagati da donne è solo dell'1.3%, mentre nel caso degli uomini questo numero è più alto di oltre 10 volte, il 15%.
Non solo, le donne sono anche più giuste e generose, portate naturalmente a dividere equamente le risorse finanziarie con gli altri membri della famiglia, mentre gli uomini sono assai più inaffidabili. L'esperienza della maggior parte dell ONG è che un aumento di reddito gestito da uomini finisce più spesso che no in alcol.
Le statistiche d'altronde parlano chiaro: quando sono le donne a gestire la cassa, un aumento del 100% del volume di prestiti si trasforma in una crescita dell'1% delle spese famigliari per cibo, e del 5% nelle spese non relative al cibo. Nel caso il prestito sia gestito da uomini, si registra un aumento del 2% nelle spese per il cibo, e nessun altro tipo di crescita di consumo negli altri settori.
Non può dunque essere un caso che la maggior parte di programmi di microcredito siano indirizzati alle donne. Sono loro a poter dare un contributo decisivo alla lotta alla povertà, trasformando, per una volta, la finanza in un vero strumento di sviluppo.
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